Legge sull’etichettatura trasparente, l'analisi AIAB.

25/02/2011

Bene la chiarezza sull’origine dei prodotti alimentari e la trasparenza sugli OGM. Ma sono a rischio i contadini piccoli produttori di sementi!

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È stato approvato oggi in via definitiva il cosiddetto Ddl sull’etichettatura. Le principali disposizioni contenute nel testo che ha ricevuto il via libera dalla Commissione Agricoltura della Camera in sede legislativa, sono: l’indicazione di origine obbligatoria dei prodotti alimentari o del loro componente principale, la tracciabilità e l’indicazione dell'eventuale presenza di OGM.

Ma c’è anche una delicatissima parte sulle sementi e un riferimento altrettanto problematico alla produzione ambientalmente sostenibile.

“Non possiamo che accogliere con soddisfazione l’approvazione di un testo di legge che finalmente impone chiarezza sull’origine di tutti i prodotti alimentari e trasparenza sull’uso degli OGM in tutta la filiera – commenta Andrea Ferrante, Presidente nazionale dell’AIAB -. Ma siamo molto preoccupati, invece, per le disposizione che riguardano le sanzioni sulle sementi. Senza un riferimento all’art. 19 bis della legge 1096/71 e successive modifiche, alle direttive comunitarie che salvaguardano le sementi contadine e quindi senza l’esplicita esclusione dal campo di applicazione del Ddl etichettatura delle varietà di conservazione, infatti, la nuova legge rischia di penalizzare i contadini che producono sementi a livello locale, per altro valorizzando la biodiversità, con sanzioni che sono pesantissime per i piccoli produttori, ma irrisorie per l’industria sementiera”.

Questa la prima analisi di Andrea Ferrante, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, sull’approvazione definitiva del Ddl etichettatura, che con il voto di oggi della Commissione Agricoltura della Camera diventa legge dello Stato.

“Preoccupano anche le disposizioni relative a un sistema integrato di produzione – prosegue Ferrante-. La messa in atto di un sistema integrato, infatti, può rappresentare l’ennesimo regalo all’agrochimica che confonderà il consumatore. Trovando sul mercato un altro marchio nazionale che certificherebbe una cosiddetta produzione ‘ambientalmente sostenibile’, infatti, il consumatore finale distinguerà più difficilmente i prodotti che sono veramente biologici, da quelli realizzati ispirandosi a criteri di sostenibilità ambientale. Tanto più che l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi per l’agricoltura integrata non viene assolutamente messo in discussione, ma viene solo razionalizzato”.

www.aiab.it

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